Quelli che come me sono nati al mare ma non ci vivono più, anche dopo trent’anni si sorprendono quando, in mezzo alla nebbia padana,

aprono la finestra e non trovano nulla da lamentarsi sul calmo e sul mosso.

L’aria intorno manca di sale, così se ne carica il pugno per l’acqua degli spaghetti. Finisce che, quando il mare lo ritrovo, gli rubo qualcosa.

Questo è quello che rubo e che mi aiuta a non salare troppo la pasta.

Un grazie a mio padre, per avermi portato al mare a fare di tutto, meno che a prendere il sole.

Un altro al mio maestro, figura unica, che ha lasciato i banchi per i trabucchi.